Siamo seri: solo chi non va in bicicletta puo parlare di "Pedale selvaggio".

Ci risiamo: ogni tre o quattro cicli lunari, a Bologna risalta fuori la questione della bici senza regole, dello studente contro-mano o della signora anziana che non potendo fare i sanpietrini di p.zza S. Stefano sceglie il portico.
Non amiamo molto ripondere o interloquire con esponenti politici su argomenti che riguardano la bicicletta e la mobilità sostenibile, per una ragione ben precisa: troviamo poco credibili tutti coloro che parlano di ecologia, verde, sostenibilità, pedonalizzazioni e quant'altro senza mai aver attuato vere politiche in tal senso. E' evidente che cio che ci separa é il senso, il significato delle parole.
Ma, non si puo restare in silenzio rispetto a quanto detto ieri dal più alto esponente istituzionale della città. "Pedale selvaggio". Ebbene é evidente che quest'uomo, che molto ha detto in campagna elettorale a favore di verde, bicicletta e pedonalizzazioni poco sa sull'argomento. Non é mai andato in bicicletta, altrimenti saprebbe che: la maggior parte delle ciclabili (mere opere d'arte concettuale) sono il risultato di linee bianche disegnate sui marciapiedi, che queste non hanno soluzioni di continuità (se non appunto su marciapiedi). E' evidente che quest'uomo non sa che pedoni e ciclisti sono costretti a condividere esigui spazi, che l'invasione dell'uno nello spazio dell'altro é una triste, quanto frequente realtà, frutto di politiche da vetrina, finalizzate a riempiere gli schedari di kilometri ciclabili, per appetibili, quanto effimeri primati europei.
Invitiamo per tanto il sindaco a inforcare una bicicletta e a vedere che effetto fa: smog, macchine e bus che ti "fanno il pelo", ciclabili inesistenti. Ricordando inoltre che tutti quei sindaci (vedi il famoso Livingston di Londra) che sono riusciti a fare davvero qualcosa per la bicicletta erano ciclisti.

Buon pedale (se necessario per la tua sicurezza) selvaggio, a tutti.